Il Viagra compie 25 anni
La "pillola blu" fu una rivoluzione
Il Viagra, farmaco che ha cambiato la terapia della disfunzione erettile, è stato autorizzato per il commercio il 27 marzo 1998 dalla Fda, la Food and Drug Administration americana. Sildenafil, questo il nome della molecola che si classifica come il primo trattamento non chirurgico per l’impotenza, ha cambiato la prospettiva di molti uomini e di molte coppie nel mondo. Dopo il Viagra sono arrivati altri farmaci, come il Tadalafil, il Vardenafil e l’Avanafil, il più “giovane” della classe di farmaci per la disfunzione erettile, che agisce in 15 minuti. Il Viagra quando è arrivato sul mercato costava sette dollari a pillola, bastava prenderla secondo le indicazioni un’ora prima del rapporto sessuale per avere una prestazione che “scacciava le ansie” sotto le lenzuola spingendo anche, secondo gli esperti, gli uomini a chiedere maggiormente aiuto contro i disturbi della sfera sessuale.
Non è un afrodisiaco, non influisce sulla libido o il desiderio, è specifico per le disfunzioni sessuali e non va quindi utilizzato da uomini che non hanno questi problemi. Aumenta l’effetto rilassante dell’ossido nitrico, una sostanza chimica rilasciata durante la stimolazione sessuale che aumenta il flusso sanguigno a livello del pene. L’azienda farmaceutica che realizza il Viagra, Pfizer, originariamente aveva creato la molecola come medicinale per le patologie cardiache: l’idea di un potenziale utilizzo per trattare l’impotenza è arrivata dopo che alcuni pazienti hanno riportato erezioni inaspettate. Già 10 anni fa, nel 2013, per i 15 anni di Viagra i dati parlavano per la sola Italia di 86 milioni di compresse vendute, collocando il nostro Paese al secondo posto nell’area europea.

L'importanza dell’attività fisica
Una vera cura per la depressione
Tutti sappiamo che l’attività fisica restituisce una sensazione immediata di benessere: ma da qui a considerare lo sport una “cura” per disturbi del tono dell’umore seri come la depressione maggiore il passo è molto lungo. Eppure è proprio questa la proposta che arriva dal più importante studio mai tentato sugli effetti dell’esercizio fisico sui sintomi depressivi. In base al lavoro, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, i benefici di un corpo in movimento su un cervello colpito da depressione sono tali, che lo sport andrebbe proposto come trattamento di prima scelta a questi pazienti.
Attualmente l’esercizio fisico è considerato un’ottima aggiunta ad approcci più standard come la psicoterapia e i trattamenti con antidepressivi. Tuttavia, secondo il nuovo lavoro, le linee guida dovrebbero essere aggiornate in modo che l’attività motoria figuri come opzione terapeutica a sé, in quanto supportata da solide evidenze scientifiche sulla sua efficacia. Gli effetti positivi dell’esercizio fisico sui sintomi depressivi sono stati definiti dagli autori dello studio “marcati e significativi”, in certi casi addirittura migliori di quelli ottenuti con le terapie più tradizionali, tanto da incoraggiare future ricerche che verifichino se lo sport possa essere una soluzione efficace anche per trattamenti a lungo termine.
